Corviale, la rivoluzione va…sui tetti

Due ettari per orti, giardini, serre e servizi in Rete. Il palazzone romano cerca il riscatto. Ed è verde

New York, Pechino, Termoli. Corviale. No, non è il gioco “trova l’intruso”. E’ una rivoluzione verde, un progetto che punta in alto, sui tetti per l’esattezza. Dove non va mai nessuno, dove imperano le ventole degli impianti di condizionamento (negli States) o le parabole (in Italia). Sì, ma ora c’è un progetto che si chiama United Roofs, la rete globale dei tetti, un movimento, un progetto scientifico che vuole collegare New York, Pechino, Termoli. E Roma, con Corviale. Obiettivo? Creare verde pensile dove c’è cemento, avviare piantagioni, orti, giardini. Effetti? Risparmio energetico e riduzione del surriscaldamento della città. Solo a Roma ci sono 300 ettari di superfici piane sfruttabili. Corviale, che è lungo un chilometro, ha due ettari di tetti pronti. Il gigantesco edificio progettato negli anni Settanta e per molti anni simbolo di abbandono e degrado urbano (per i romani è il Serpentone), si candida ad essere il giardino pensile più grande del mondo.

Un sogno? Non proprio. Una rete composta da Università del Molise, di Bari, di Roma, di Ancona, di Torino, di Firenze, con l’Ater e Corviale Domani è pronta al lancio dell’iniziativa. «Corviale si candida ad essere il più grande orto pensile, Roof Top Farm, del mondo da mostrare all’Esposizione Universale di Milano 2015, per nutrire il pianeta nell’era del nuovo urbanesimo» ha spiegato Pino Galeota, dell’associazione Corviale Domani.

Già, l’expo di Milano 2015, che occasione. Ma come procedere? Una data già c’è: è il 10 luglio. Anche il luogo, la Pelanda all’ex Mattatoio di Testaccio. «Faremo una mostra e collegamenti in Rete per far la prima chiamata pubblica – spiega Stefano Panunzi, titolare del corso di progettazione architettonica urbana nella facoltà di ingegneria dell’universitá del Molise e promotore del progetto- cercheremo di far convergere moduli sperimentali sul tetto di Corviale. Per radunare nell’arco di tre anni laboratori di ricerca e finanziamenti pubblici che permettano una sperimentazione senza aggravio di costi. Alla fine – aggiunge – porteremo questo incubatore di sperimentazione a Milano Expo 2015». Insomma sui tetti di Corviale ognuno avrà il suo spazio verde. «Tanti piccoli lotti 6 per 6 dove si potranno proporre soluzioni innovative diverse». Panunzi non ha dubbi: «Corviale è un edificio simbolo, che dopo 30 anni di sofferenza, ha superato la tempesta dell’utopia e ora può guidare la rigenerazione delle periferie urbane, come modello».

Ecco cosa succederà ai tetti di Corviale. Verrà innanzitutto trattata la copertura con una impermeabilizzazione speciale su cui far attecchire il terriccio. Per il terreno si userà un verde pensile sul terreno alleggerito di 8 centimetri. Sul verde pensile saranno poi appoggiati dei moduli che contengono la coltivazione idroponica o altre soluzioni. Tutto questo spianerà la strada a produzioni intensive sia a cielo aperto che in serre fotovoltaiche. Non solo prati e verde, ma anche servizi telematici. Per questo il progetto prevede l’installazione intorno al corpo scale  di ricevitori a larga banda, che possano portare Internet, quindi servizi sanitari, didattica a distanza, formazione culturale. In telepresenza. Il modello di riferimento è New York che nell’ultimo anno ha modificato il proprio regolamento edilizio con un massiccio piano di infrastrutture verdi proprio sui tetti. Ma se il modello è New York, l’interesse per l’edificio progettato dall’architetto Mario Fiorentini è nato nel 2011 da un’inchiesta sulle periferie urbane dei paesi del Mediterraneo. «Durante la primavera araba – racconta Panunzi – abbiamo fatto un giro lungo le coste del Meditterraneo, in collegamento con la facoltá di Ingegneria di Termoli e la sede dell’ordine degli architetti a Roma: obiettivo esplorare le periferie delle grandi cittá che si affacciano sul Mediterraneo».

Il progetto Corviale insomma è in attesa del lancio definitivo a luglio. Ma ha già mosso i primi passi e questa primavera l’associazione Corviale Domani si è collegata con internet con progetti gemelli: con il Green Olympic Village di Pechino, il Cinema Lumiére a Termoli e le Roof Top Farms del Green Infrastructure Grant Program di New York.

Alessio Nisi, Informazione&Ambiente Aprile 2012

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