Sintesi gruppo Sviluppo Sostenibile-Stefano Panunzi

Proposta di cappello introduttivo per il PANEL
SVILUPPO SOSTENIBILE

Accertata l’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, l’economia deve tornare ad essere un indicatore, una risultante e non un fine. Riemerge con sempre più evidenza l’attualità degli studi di BioEconomia (fondatore Nicholas Georgescu-Roegen) che fin dall’inizio (1971) considerarono anche le dinamiche ecosistemiche urbane. Su invito del Club di Roma, che raccoglieva personalità del mondo scientifico, economico e industriale, il System Dynamics Group del Massachusetts Institute of Technology (MIT) produceva all’inizio del 1972 un rapporto sui “limiti dello sviluppo”. Dal 1973 in Italia la Società Italiana degli Economisti, a Roma, diffonde quel taglio teorico (tra gli altri da Gianni Cannata, Pietro Dohrn e Giorgio Nebbia). Pur nei limiti delle trasposizioni concettuali interdisciplinari rimane di grande utilità il paradigma termodinamico : solo strumenti ed azioni che sviluppano empatia possono frenare, se non invertire, l’entropia dell’ecosistema urbano. Più che la decrescita, con il suo terribile significato inibitorio, servirebbe una diversa distribuzione della crescita : Cloud-Grid-Prosumer non sono concetti esclusivi del digitale, ma nuovi paradigmi distributivi per tutti i processi economici e sociali. Possono trasformarsi in unità di produzione/consumo glocale : le nostre stanze, gli appartamenti, i condomini, gli isolati, i tessuti urbani, le città, i territori. L’ecosistema digitale, l’agricoltura urbana, il riuso, possono generare straordinarie empatie sistemiche, solo se accolte nei desideri e nelle convenienze del tessuto socio-economico urbano.

La rappresentazione ideale della macchina urbana, per quanto Smart possa diventare, nei fatti nasconderà sempre una stratificazione di sistemi imperfetti compensati solo e sempre dalle capacità e dagli sforzi di adattamento dei suoi abitanti, che già pagano un altissimo prezzo economico e sociale. Per dirla francamente la Community Urbana Globale, nuovamente attratta dal mito urbano, paga in silenzio sacrifici a volte insensati, più Smart di così si muore.

Esempio emblematico è la grande nave di Corviale che dopo 30 anni ha superato in modo originale e singolare la tempesta perfetta dell’utopia ed ora puo’ permettersi di riprendere nuovamente la navigazione verso il futuro. Meglio di altri grandi simboli dell’abitare sociale, la sua forza e’ ancora nel segno vivo e ambizioso in un territorio che ora vuole diventare un distretto scientifico e culturale di interesse nazionale, addirittura osando una via italiana … da trasmettere all’Esposizione Universale 2015:

a) una piattaforma sperimentale per lo sviluppo socio-economico della città, glocale e resiliente.
b) una sapiente rete glocale, per produrre servizi, energia ed alimenti senza consumo di suolo.
c) un processo di risarcimento produttivo e condiviso del suolo naturale sottratto dagli edifici.

Per non trasformare questo FORUM nell’ennesima occasione di entropia dissipativa che accelera il nostro invecchiamento, le opinioni individuali saranno gradite in altre occasioni. Mentre saranno presentati solo strumenti ed esperimenti che generino empatie con la dichiarata disponibilita’ di una comunita’ che vuole farsi distretto di azioni, concretamente rivolte alla rigenerazione della felicità, con la ricerca applicata di azioni legislative, tecnico scientifiche, imprenditoriali, esplorative, creative.

Una rigenerazione, prima di tutto culturale, per trasformare il distretto di Corviale in un bene architettonico e urbano capace di produrre valore sociale, culturale ed economico.
Una potenziale Isola Produttiva da mettere in Rete. Per creare un Arcipelago Urbano che per emulazione generi una vera e propria Armatura Ecologica. L’inizio di una straordinaria economia di bonifica della Crosta Urbana

Stefano Panunzi

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